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Recensione A Different Man

by Redazione

Edward (Sebastian Stan) è un uomo affetto da neurofibromatosi di tipo 1 e per questo motivo vive da anni una vita di completa solitudine. Senza amici e senza amore, il massimo a cui sembra poter ambire è essere scritturato per delle pubblicità progresso per combattere la discriminazione da deformità. Però la vita a volte riserva delle sorprese e nel caso di Edward ne arrivano diverse.

Sebastian Stan è Edward.

Prima si trasferisce accanto a lui una bella donna di nome Ingrid (Renate Reinsve), che dopo un più che naturale sussulto iniziale comincia a fare amicizia con lui. 

In quei giorni, poi, il suo medico curante gli fa sapere che è stata scoperta una cura in grado non solo di eliminare i tumori sulla sua faccia, ma anche di salvargli la vita data la loro progressiva dannosità. Il trattamento è molto doloroso e alla fine funziona, ma una volta ottenuto il risultato, invece di dirlo a tutti, finge la sua morte e si crea una nuova identità, deciso di lasciarsi alle spalle la vecchia vita e di ricominciare tutto da capo. Tutto sembra funzionare bene, almeno fino al momento in cui un uomo con la sua vecchia condizione comincia ad impersonificare la sua vecchia vita…

Ispirato dalla storia vera che ha spinto R. J. Palacio a scrivere il romanzo Wonder (che a sua volta è diventato un film di successo con protagonista Jacob Tremblay) A Different Man di Aaron Schimberg è arrivato nei cinema degli Stati Uniti pochi mesi dopo The Substance di Coralie Fargeat. Due film molto simili, ma anche diversi tra loro.

Chi ha avuto la possibilità di vedere già entrambi i lungometraggi (il primo ora è disponibile anche su Paramount+, mentre il secondo è stato presentato sia all’ultima edizione del Sundance che del Festival internazionale del cinema di Berlino) potrà notare subito che The Substance è un fantasy orrorifico, mentre A Different Man più fantascientifico (se non proprio una sorta di ipotetica speranza per le scoperte mediche future), oltre che un thriller dalle forti sfumature noir.

Adam Pearson e Sebastian Stan in scena.

In entrambi i casi abbiamo due personaggi che non accettano il loro corpo e vorrebbero ottenere una versione migliore di esso, ma la vicenda di Edward è decisamente più complessa e stratificata.

Pure il suo momento di felicità nel suo nuovo aspetto dura poco, perché ad un certo punto, soprattutto quando irrompe nella scena Oswald (Adam Pearson), un uomo affetto dalla sua vecchia patologia, comincia a desiderare di riavere la sua vecchia vita. Un uomo che non è mai contento? Uno che non sa cosa vuole veramente anche perché, al contrario di Elisabeth Sparkle, non ha mai conosciuto una versione diversa di sé? O semplicemente non è in grado di non farsi sopraffare dall’invidia, dalla gelosia e dall’avidità?

Una serie di interrogativi che lasceranno lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo, perché come accennato prima, A Different Man è un lungometraggio composito e ricco di tensione. Merito di una regia e di una sceneggiatura di primo livello e di un cast importante. 

Renate Reinsve e Adam Pearson.

Sebastian Stan è stato semplicemente poliedrico, perché il suo personaggio mostra davvero una lunga serie di emozioni e personalità. Drammatico, sarcastico, insicuro, pazzoide, ma anche tranquillo e silenzioso e magari anche qualcosa di più.

A Different Man ci regala un’altra interpretazione memorabile di Adam Pearson, un attore dal grande carisma oltre che dotato di un accento molto particolare e piacevole da ascoltare. Inoltre abbiamo anche Michael Shannon, presente nel piccolo ruolo di… sé stesso!

Prodotto da A24 e distribuito in Italia da Universal Pictures e Lucky Red, A Different Man sarà al cinema da giovedì 20 marzo 2025.

VALERIO BRANDI

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