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Recensione Dream Scenario

by Luca Pernisco

Paul Matthews (Nicolas Cage) è un professore di biologia, sposato con Janet (Julianne Nicholson) e padre di due figlie adolescenti, Sophie (Lily Bird) e Hannah (Jessica Clement). Ha un aspetto poco curato e piacente, con una notevole calvizie marcata dai pochi capelli residui. Conduce una vita regolare e anonima. Un uomo comune, insomma.

Nicolas Cage è Paul Matthews.

La sua ordinarietà inizia a subire una netta deviazione quando una delle figlie gli confida di aver avuto uno strano sogno, dove il docente appare come spettatore noncurante degli astratti pericoli che attorniano la giovane. Per qualche strano scherzo del destino, la stessa cosa accade ai suoi studenti, ad una vecchia fiamma (Marnie McPhail), ad alcuni conoscenti e a lungo andare… al resto del mondo! Paul è sempre lì, stabile, ad osservare i sogni altrui. Pienamente sbalordito dalla situazione, comincia inevitabilmente a raccogliere una fama inarrestabile, accentuata – ovviamente – dai social media, con richieste di selfie, ospitate (da remoto) a programmi televisivi e nuove offerte di lavoro. Il professore diventa così l’uomo del momento. Ciò sembra volgere a proprio vantaggio, fino a quando il suo alter ego onirico non inizia ad attaccare violentemente i sognatori. La sua figura diventa talmente disturbante da essere pian piano rifiutato da ogni conoscente e dai suoi cari, lasciandolo nello sconforto, impotente e in solitudine.

Nicolas Cage e il regista Kristoffer Borgli.

Chissà se il regista e sceneggiatore Kristoffer Borgli (Sick of Myself) e Ari Aster (produttore del film) abbiano mai pensato di affidare il ruolo del protagonista a Will Smith, per via dello schiaffo a Chris Rock durante la notte degli Oscar e delle conseguenze derivate con l’opinione pubblica, perlopiù sui social media. Avremmo visto uno Smith – in un esempio di metacinema – impegnato a chiedere clemenza ad una popolazione poco incline al perdono, con la differenza che, nella realtà, l’errore è stato effettivamente compiuto. Al posto di un ipotetico Will Smith, immaginato per i clamorosi fatti citati poc’anzi, troviamo un Nicolas Cage di nuovo in gran forma, qui anche in veste di produttore. Ciò che al massimo ha da farsi perdonare, è una carriera decaduta e dirottata verso film di bassa lega per via degli enormi debiti accumulati. Possiamo affermare che c’è riuscito ampiamente, ritrovando i fasti visti vent’anni fa ne Il ladro di orchidee. Il suo Paul Matthews ricorda infatti il disagiato e stempiato Charlie Kaufman del film di Spike Jonze, quasi come se volesse rendere omaggio a sé stesso. Il personaggio sembra apparire del tutto innocente, vittima degli eventi senza apparente motivo. L’unica colpa che gli si può attribuire, è la voglia di emergere come scrittore, affossata però da un’ignava stasi e precorsa dai successi di amici e colleghi. Un comportamento paragonabile a quello di una zebra – un concetto ampiamente espresso da Matthews durante le sue lezioni – le cui strisce non le permettono di confondersi con l’ambiente, ma solo con il proprio branco. Nonostante il suo desiderio di uscirne, Paul rimane mimetizzato, per poi essere preso di mira da un misterioso predatore dalle stesse sembianze e trascinato fuori con la forza.

Paul Matthews e il guanto alla “Freddy Krueger”.

Siamo ormai abbastanza al corrente della potenza dei social media, a quanta rilevanza possano dare a chiunque per dei meriti effettivi o per delle sciocchezze, con la privacy messa alla mercè di tutti, per poi finire abbandonati nel dimenticatoio dopo un periodo limitato. L’idea di Kristoffer Borgli è di varcare questa barriera e di sostituire la rete con la cosa più personale che abbiamo, compromettendola in modo da renderla altrettanto commerciale e pubblica. Paul Matthews diventa, suo malgrado, un moderno Freddy Krueger – ovviamente citato, con tanto di comparsata del famigerato guanto artigliato – e un capostipite inconsapevole di una nuova e malsana tendenza.

Conclusione: Dream Scenario – Hai mai sognato quest’uomo? è una pellicola godibile e dal grande valore intrinseco, che offre l’occasione di ritrovare un Nicolas Cage in grande spolvero, come non lo si vedeva da troppo tempo.

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