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Recensione Diabolik – Ginko all’attacco!

by Luca Pernisco

Tempo dopo le vicende del primo Diabolik, il Re del Terrore (interpretato questa volta da Giacomo Gianniotti) continua a compiere le sue malefatte seguendo sempre il suo spietato modus operandi, con Eva Kant (Miriam Leone) pienamente complice. L’ispettore Ginko (Valerio Mastandrea) è più intenzionato che mai a fermare la coppia, cercando di prevedere anticipatamente le loro mosse. Grazie ad un ingegnoso (ma potenzialmente nocivo) stratagemma, l’incallito poliziotto riesce a mettere alle strette il suo acerrimo nemico, costringendolo ad abbandonare la sua dolce metà durante la fuga. La bella Eva non gradisce di certo e, una volta fuggita anche lei, decide poi di allearsi con Ginko per incastrare il suo (ex?) amante.

Giacomo Gianniotti è il nuovo Diabolik.

Diabolik – Ginko all’attacco! – seconda avventura girata dai Manetti Bros. in contemporanea con la terza – è tratto dall’omonimo albo n.16 firmato dalle autrici Angela e Luciana Giussani. Proprio come il precedente capitolo, alcune leggerezze proposte e tratte dagli albi d’annata (1962) strappano un leggero sorriso allo spettatore: pare che Ginko riesca ad usufruire di uno speciale liquido radioattivo applicato ai gioielli rubati da Diabolik in modo da poterli rintracciare, senza preoccuparsi non solo della salute del suo nemico (che probabilmente vorrebbe vedere sul patibolo), ma anche di quella dei suoi colleghi poliziotti. Non è di certo un rimprovero, trovandoci ovviamente nel fantasioso mondo di Clerville, dove strani espedienti non mancano in entrambe le fazioni.

Certo, alcune scelte registiche potevano far evitare non solo sorrisi di questo genere, ma delle vere e proprie risate. Fra le tante, una scena dove Eva Kant, costretta alla fuga, si ritrova alle pendici di un dirupo a ridosso di un fiume, indecisa se compiere il salto, con i poliziotti che la invitano allarmati a non compiere l’estremo gesto. Peccato che l’acqua è visibilmente a pochissimi metri di distanza e sarebbe stato un tuffo fatto in tutta sicurezza, al pari di quelli compiuti per diletto in luoghi balneari.

Monica Bellucci è la Duchessa Altea di Vallenberg.

Attimi esilaranti e completamente involontari sono scaturiti anche da una varietà di accenti nostrani e non, usufruiti in primis dalla Duchessa Altea di Vallenberg (interpretata da Monica Bellucci), che vanta una bizzarra cadenza francofona. Questo insieme di momenti, la maggior parte degli attori coinvolti, più l’utilizzo di una fotografia discutibile, riportano inevitabilmente alla mente il buon René Ferretti di Boris, il suo team di tecnici (Duccio e Biascica, “smarmella”) e gli interpreti che ha avuto a disposizione durante le sue direzioni. Insomma, una dizione più neutra e pulita e una regia più puntigliosa – incluso un ritmo più serrato – avrebbero di certo giovato.

La locandina del film.

A parte questo, guardando la locandina di Diabolik – Ginko all’attacco!, si ha l’impressione che la nuova incarnazione del Re del Terrore sia molto più somigliante a quella del personaggio su carta, con un aspetto accattivante, uno sguardo accigliato, occhi glaciali, tutte caratteristiche che possono finalmente soddisfare le aspettative degli appassionati di lunga data. Il suo nuovo interprete, Giacomo Gianniotti, ha difatti il giusto aspetto: bello, lineare, neutro. Qualità che consentono allo spettatore di poter credere che quel volto sia idoneo per indossare svariate maschere e ingannare vari malcapitati, cosa che di certo non si può dire del suo predecessore, dai lineamenti troppo spigolosi. Qualcuno potrebbe pensare “e Tom Cruise in Mission Impossible?”. Ma certo, siamo sempre nel regno della fantasia, come accennato pocanzi. Unica nota che potrebbe far storcere il naso, è quel lieve accento straniero che i lettori accaniti non si sono mai immaginati (o che abbiano mai ascoltato, fra le varie incarnazioni cinematografiche, animate e radiofoniche), dato che Gianniotti è di origini italo-canadesi. Il film cerca anche di strizzare l’occhio ai film di 007, vantando una sequenza di titoli di testa con un brano eseguito dal cantautore Diodato, una parte vera e propria di uno spettacolo teatrale con tanto di coreografia.

Per tirare le somme, Diabolik – proprio come per il primo film – avrebbe meritato uno stampo più internazionale, in modo da accattivarsi l’esigente pubblico moderno, abituato ad un certo tipo di cinema fumettistico. Una mossa sapientemente attuata, invece, dalla concorrente Bonelli Editore, che ha presentato recentemente il suo Dampyr nelle sale italiane (e che sarà prossimo all’uscita statunitense, su etichetta Sony).

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