L’ultimo film del duo Disney-Pixar, Soul, vogliamo collocarlo in una trilogia immaginaria che parla di esplorazione dell’animo umano. Mettiamo in questa trilogia Inside Out, Coco e, appunto, Soul.
Il primo ci racconta emozioni, umanizzandole. Coco parla di rapporti con gli altri e nello specifico dell’elaborazione del lutto. Soul, infine, parla delle nostre passioni e di come la nostra vita ruoti intorno ad esse, che sia la scrittura, la cucina, il lavoro che svolgiamo o, come nel film, la musica.
Parla di come una passione può diventare un’ossessione, di come non ci si senta realizzati se quella passione non è ciò che ci riempie le giornate.
Questo racconto viene fatto attraverso la vita (e la morte) di Joe Gardner, un insegnate di musica di mezza età il cui unico desiderio è fare jazz. Purtroppo, quando quel sogno sta per avverarsi, muore. Da lì inizia il suo viaggio per avere quell’ultima occasione di tornare a vivere come jazzista famoso.
Della trilogia sopracitata Soul è quello più diretto a un pubblico adulto, non per i contenuti ovviamente (è pur sempre un film Pixar), ma per le tematiche. Il messaggio è chiaramente più comprensibile per chi ha passato molti anni intrappolato in un lavoro che non sente suo e sogna di vivere le sue passioni a 360°. E forse è qui che ci si scontra con uno dei difetti del film, un difetto non visibile, ma che si percepisce. Il film soffre della mancanza di “magia”, di quella scintilla che da Toy Story a oggi ha contraddistinto ogni film Pixar. È un bel film, non c’è ombra di dubbio su questo, ma alla fine non ti lascia quel nonsoché che ti lascia un Coco, un Inside Out, un Up e così via. L’assenza di questa scintilla l’abbiamo già vista nei sequel Pixar (Toy Story escluso) e anche per questo lo vogliamo immaginare come capitolo di una trilogia.
Un enorme applauso va alle performance di Jamie Foxx, Tina Fey, Neri Marcoré e Paola Cortellesi, gli attori che hanno prestato le voci inglesi e italiane ai volti protagonisti.
Come la Disney degli anni ’90, dal 2015 la Pixar tende a lavorare su due titoli dall’uscita ravvicinata e uno perde il confronto con l’altro. All’epoca toccò a Pocahontas vs Il Re Leone, ad esempio, questa volta a Soul vs Onward.
Va anche detto che l’ultimo prodotto Pixar è stato sviluppato in tempo di COVID, costringendo il team a lavorare in remoto gran parte del tempo, cosa che potrebbe aver inciso sull’impatto del film, ma che sicuramente non ha inciso sulla qualità tecnica che come tutti i lavori dello studio è sempre al top nel settore.